CONTINUAZIONE. Attraverso la passione, morte e risurrezione di Gesù lo ha liberato dal male e dalla morte. Ci chiediamo perché la morte esiste ancora se Gesù l‘ha sconfitto definitivamente con la sua risurrezione? Perché la sofferenza, tanto dolore se Dio vuole l’uomo felice? La risposta a tutte queste domande è la vita stessa di Gesù: “Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?» così rispondeva ai due discepoli di Emmaus, disperati e smarriti. Sofferenza che ha indurito con perseveranza nella fedeltà al padre, nella lotta contro le tentazioni, sofferenza che lo ha condotto però alla vittoria, alla gloria. Dobbiamo anche noi seguire questa sua strada per avere parte della sua gloria. Dobbiamo lottare con perseveranza per rimanere fedeli al padre fino alla fine e resistere per non cadere nel peccato imitando Gesù e vivendo il suo vangelo; l’apostolo dice a proposito « morire con Lui per risorgere con Lui». La morte anche se esiste diventa solo un passaggio alla vita. In questo cammino però, non si conta sulla propria forza ma sull’aiuto di Dio stesso perché senza di Lui non possiamo fare nulla. Dobbiamo sapere abbandonarci totalmente al Padre e sapere dire come Gesù:“nelle tue mani affido il mio Spirito”. Anche al male fisico e del corpo (malattie, dolori etc.) Dio ha permesso che accompagni il pellegrinaggio terreno dell’uomo affinché l’uomo non dimentichi la sua fragilità e piccolezza. Ci ha insegnato però come affrontarlo e vivere con esso: innanzitutto, la preghiera, segno del nostro abbandono e fiducia totale in Lui (medico del corpo e dell’anima) e poi la carità fraterna (servizio reciproco, solidarietà e condivisione). Ogni momento difficile che dobbiamo sopportare in questo nostro pellegrinaggio terreno affinché non ci faccia cadere nello scoraggiamento e nella disperazione, lo dobbiamo vivere con la preghiera segno del nostro atto di affidamento a Dio e con la carità reciproca. Così ogni esperienza negativa possa contribuire alla nostra crescita personale e comunitaria.

Quando il cavallo s'imbizzarrì «Avevo sempre intorno tanti ragazzi»

A Castelnuovo, nell'anno della mia ordinazione (1841), non c'era un viceparroco. Per cinque mesi esercitai quel ministero. Provavo molta soddisfazione nel lavorare per la parrocchia. Predicavo tutte le domeniche, facevo visita ai malati, amministravo i Sacramenti. Non potevo ancora confessare, perché non avevo dato l'esame di confessione. Assistevo anche alle sepolture, tenevo in ordine i registri parrocchiali, redigevo certificati di povertà e altri certificati che la gente richiedeva.  Ma la mia gioia era fare catechismo ai ragazzi, stare con loro, parlare con loro. Cominciavo a farmi amici i piccoli di Castelnuovo. Quando uscivo dalla casa parrocchiale, erano lì ad aspettarmi. Dovunque ndassi, venivano con me, come ad una festa. Venivano anche a trovarmi i ragazzi di Morialdo. Quando poi tornavo alla mia casa, ai Becchi, li avevo sempre intorno. Ma la mia gioia era fare catechismo ai ragazzi, stare con loro, parlare con loro. Cominciavo a farmi amici i piccoli di Castelnuovo. Quando uscivo dalla casa parrocchiale, erano lì ad aspettarmi. Dovunque andassi, venivano con me, come ad una festa. 

Dio ha creato gli uomini a sua immagine e somiglianza e non voleva degli uomini schiavi che seguissero delle leggi “cattive” ma voleva degli uomini che sapessero scegliere tra l’amore e l’odio. E in questo periodo di “sofferenza “ il mondo ha bisogno di tanto Amore, l’amore che Dio ci ha insegnato a dare al prossimo.                       Grace

RELAZIONE  SULLA CATECHESI      

Questo sabato Padre Rija ci ha parlato del primo libro della Bibbia cioè la Genesi che vuol dire inizio. Ha fatto una differenza sulla creazione del Mondo e dell’uomo; ci sono due teorie: quella scientifica e quella cristiana; gli scienziati dicono che l’uomo si è evoluto nei secoli diventando alla fine HOMO SAPIENS SAPIENS  ma che viveva in modo istintivo come gli animali, invece nella teoria cristiana è totalmente diversa perché Dio ha creato il primo uomo (Adamo) e la prima donna (Eva) dicendo loro di seguire le sue indicazioni e non di vivere secondo il loro istinto. L’uomo è stato creato da Dio come frutto del suo amore e della sua volontà, Dio ha voluto una creatura che sapesse scegliere tra il bene e il male e che assomigliasse a lui. L’uomo è il miracolo dell’universo, ma sempre con la guida del suo creatore altrimenti diventa egoista e violento verso i suoi simili. Nella Genesi si raccontano molti fatti che riguardano questo atteggiamento di superiorità dell’uomo Adamo quando litiga con Eva. L’uomo e la donna formano una coppia che per amore generano altre vite come ha fatto Dio. Però l’uomo e la donna seguono i loro istinti, finiscono per perdere la pace diventando nemici e il mondo diventa difficile da vivere. Anche la terra quando l’uomo non la rispetta si ribella e non dà più frutti.

L’egoismo ha portato l’uomo alla rovina e a perdere tutto quello che Dio gli aveva donato.                        FRANCESCO CAPALDO

Nella catechesi del 25 - 04 - 2020, tenuta da Padre Rija Aniceto, abbiamo ascoltato un racconto biblico riguardante i figli di Adamo ed Eva: Caino e Abele. I due fratelli sono personaggi simbolici e rappresentativi.                    

Padre Rija ci ha raccontato la storia della gelosia di Caino che lo ha portato ad uccidere a bastonate il fratello e a compiere un omicidio, anzi un "fratricidio".Poi ci ha parlato di quanto Abele fosse mite e quanto Caino fosse violento, cattivo e crudele                                                      

Inoltre Padre Rija ci ha detto che Abele era molto simile a Gesù, il quale è stato tradito da uno dei suoi più stretti amici ed ucciso da tutti noi.

Padre Rija ci ha detto una cosa che mi ha fatto riflettere molto e cioè che quando una persona fa del male ne riceverá per 7 volte.                               

Quindi è importante fare del bene e cercare di non cadere in tentazione!

                      Rebecca Victoria Gammone

Questa settimana, la catechesi parla di Caino e Abele: Caino pratica l’agricoltura e Abele è un pastore. I due fratelli si combattono e provano invidia e spesso litigano perché i contadini odiano i pastori che con il loro gregge calpestano i campi coltivati, così sfocia in un fratricidio. Entrambi offrono a Dio, in sacrificio, i prodotti del loro lavoro, ma Dio accetta solo le offerte di Abele. La preferenza accordata da Dio ad Abele suscita la gelosia e l’ira di Caino, che porta Abele nei campi e qui lo uccide. Dio scopre il delitto di Caino e lo maledice, scacciandolo dalla terra in cui ha ucciso suo fratello, ma pone sulla sua fronte un segno che lo protegge dalla vendetta. La morale di questa vicenda è la seguente: tutti noi dobbiamo cercare di essere buoni, cambiare, collaborare ed essere generosi.                                         

Antonio Cavallo

La pastorale giovanile FOM di Milano, da cui prendiamo spunto per i temi dell'oratorio estivo, ha organizzato degli incontri di formazione online con gli educatori dei diversi oratori del territorio italiano. Il discorso si incentra sulle modalità in cui si potrebbe riprendere l'attività dopo questo periodo di pausa dalla vita sociale. Nell'ultimo incontro, l'arcivescovo Mario, mettendo da parte l'aspetto tecnico e pratico, ha insistito sulla necessità di avere entusiasmo in ciò che si fa con i ragazzi, porre attenzione e porsi in ascolto verso ciò che dicono, far sentire loro importanti e parte di un gruppo che lavorando insieme migliora il proprio essere. La gioia è proprio ciò che Gesù vuole che condividiamo:"Io vi ho detto queste cose perché la gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena" (Giovanni 15,6). Rivolgendosi all’attuale situazione ha poi analizzato le situazioni morali e spirituali in cui la persona e in particolare il ragazzo può trovarsi: potrebbe paradossalmente avvicinarsi a Gesù come alla ricerca di un'ancora, viceversa potrebbe allontanarsi e porsi dei dubbi che non riesce da solo a chiarire. Cosa fare in questi casi? Come poter mantenere un rapporto con Dio? L'arcivescovo ci consiglia di non pensare di dover cercare Dio perché è Dio in realtà che cerca noi, la cosa migliore da fare è quella di porsi in silenzio e in ascolto, guardarsi dentro e domandarsi: io chi sono? chi voglio essere? Qual è l'obiettivo che voglio raggiungere nella mia vita spirituale? Non abbiamo bisogno di cercare Dio "sulle stelle o sulle montagne o nella profondità degli abissi" e cito testualmente l'arcivescovo, ma ricercarlo in Gesù, perché Gesù è l'esempio tangibile dell'amore di Dio per l'umanità, la prova che si può AMARE in qualsiasi situazione, anche mentre ti stanno crocifiggendo. L'esortazione é quella di riuscire a vedere in Gesù e, per me in particolare, in Maria Ausiliatrice, aiuto dei cristiani, l'ancora di salvezza. La preghiera continua e costante ci aiuta a mantenere lo sguardo verso ciò che veramente conta e che ci insegna ad amare davvero.                                     Mariamichela