In questi giorni, è diventato virale il video dell'udienza di Papa Francesco che parla della gratuità delle messe, che non può essere né tariffata né tanto meno pagata. Si tratta di offerte date liberamente, a sostegno dei poveri e del funzionamento della parrocchia. Sì. Tante volte si dimentica che vogliamo una chiesa luminosa, calda, pulita, addobbata. Sappiamo il costo che si prendono per renderla bella. In occasione dei matrimoni, ma anche con le esperienze che abbiamo a casa, con le bollette e il resto. Ci sono parroci che chiedono il contributo giusto per mantenere queste spese, sono cattivi?

Solitamente sono costretti a farlo di fronte al senso di appartenenza e di responsabilità mancato dei fedeli. A dire la verità, nemmeno la nostra parrocchia riesce a coprire le spere ordinarie del suo mantenimento con le questue delle messe. Per fortuna, la generosità non manca contribuendo ai 2000 euro mensili di spese ordinarie della nostra parrocchia. E per quelle straordinarie? Anche. Ma torniamo alla Santa Messa richiesta per ricordare i nostri cari defunti. Occasione di lutto o di gioia? I primi cristiani chiamavano "giorno della nascita" quello che per gli altri uomini è il giorno funesto in cui si tuffano nel nulla. Il cristiano non può dirsi tale se non crede che la morte non è altro che una nascita. Tuttavia non è insensibile e non può non versare lacrime quando un amico lo lascia. Sa che non è morto, è felice che viva con Dio, ma è triste perché, per un certo tempo, dovrà rimanere separato da lui. Ci sono però modo di piangere: uno è quello inconsolabile e scomposto di chi è convinto che, con la morte, è tutto finito. L'altro è quello di Gesù che, davanti alla tomba, non può trattenere le lacrime. Queste due forme di pianto sono espresse nel testo greco con due verbi diversi, per Maria, per Marta, per i giudei è usato klaiein (Gv 11, 33) che indica il pianto accompagnato da gesti di disperazione; di Gesù invece si dice: edákrusen, che significa: "le lacrime cominciarono a scorrergli dagli occhi" (Gv 11, 35). Solo questo pianto sereno e dignitoso è cristiano.  Il vero suffragio: dare continuità alla vita del defunto.

Nella Società dell'Allegria c'erano giovani splendidi. Ricordo Guglielmo Garigliano di Poirino e Paolo Braje di Chieri. Essi partecipavano volentieri ai nostri giochi, ma prima di tutto eseguivano con impegno i doveri di scuola. Entrambi amavano i giochi rumorosi, ma amavano pure raccogliersi nel silenzio a parlare con Dio. Nei giorni di festa, dopo le adunanze che si tenevano nella scuola, ci recavamo nella chiesa di sant'Antonio. I Gesuiti, che gestivano questa chiesa, ci facevano stupende lezioni di catechismo. Raccontavano fatti ed esempi che ricordo ancora oggi. Lungo la settimana, la Società dell'Allegria si radunava nella casa di uno dei soci per parlare di religione. Vi interveniva liberamente chi voleva. Garigliano e Braje erano tra i più assidui.

Durante le riunioni alternavamo semplici giochi, conversazioni su vari argomenti cristiani, lettura di buoni libri, preghiere. Ci davamo a vicenda buoni consigli, ci aiutavamo a correggere i difetti personali.

Senza saperlo, mettevamo in pratica quelle grandi parole di Pitagora:

«Se non hai un amico che ti corregga, paga un nemico che ti renda questo servizio ».                                       Continua

L'incontro comincia alle ore 18,00 con la recita dei Vespri insieme alla Comunità parrocchiale. Prosegue con Padre Pasquale che, con i suoi insegnamenti ci invita ad approfondire la Parola di Dio della domenica e non fa mancare l'aggancio alla spiritualità salesiana. Lasciarsi guidare da don Bosco significa voler scoprire gli insegnamenti del MAESTRO, di Gesù. Insieme abbiamo partecipato ed animato la Santa Messa delle ore 19,00 durante la quale i ragazzi hanno  dato un tono diverso alla celebrazione con musica e canti fuori dall'ordinario, dato che il suono proveniva da tanti strumenti. Speriamo che la comunità parrocchiale ci aiuti con la preghiera perché i ragazzi restino fedeli  all'impegno assunto e alla vocazione cristiana.  

Un continuo ascolto

Chi di noi non si è mai divertito a giocare a palle di neve? Beh,  penso che tutti almeno una volta nella nostra vita abbiamo provato l'emozione che ci fa ritornare bambini. Per  questo abbiamo deciso di divertirci spalando la neve davanti all'ingresso della parrocchia (in realtà abbiamo spalato ben poco, facendo volare palle di neve di qua e di la!). Nonostante il divertimento non è mancata la preghiera: durante le quarantore abbiamo avuto l'opportunità di ascoltare il messaggio quaresimale di Dio mettendoci pronti all'ascolto in procinto di Pasqua. Ascolto che abbiamo meditato anche durate la Via Crucis di sabato, facendo eco alle nostre debolezze che ci vietano di vivere la vita cristiana. Quindi prepariamoci all'annuncio pasquale affinché possiamo portare il messaggio a coloro che non respirano la fede e non vivono la bellezza dell'incontro con Gesù. Mettiamoci dunque in ascolto, preparando la nostra gioia: LA RESURREZIONE DI CRISTO.                                                                                                                          Nicola

Il Papa e il Presidente Mattarella omaggiano Don Bosco

Ecco le parole pronunciate il 31 gennaio da Papa Francesco, al termine dell'udienza generale del mercoledì e dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, attraverso un apposito comunicato.

Dopo aver guidato una catechesi sul dialogo tra Dio e il suo popolo, il Santo Padre ha citato Don Bosco e lo ha indicato come modello per diverse categorie sociali: "Oggi ricordiamo san Giovanni Bosco, padre e maestro della gioventù. Cari giovani, guardate a lui come all'educatore esemplare".

Il Presidente Mattarella ha dedicato un lungo comunicato alla figura di Don Bosco, per l'anniversario della sua morte: "Ricorre oggi il 130° anniversario della morte di Giovanni Bosco, sacerdote fondatore dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice, educatore che la società italiana ha avuto modo di apprezzare per l'attenzione i giovani, per la passione, per l'impegno nell'aiutare tante persone in condizione di avvilente povertà ed emarginazione, con testimonianza evangelica".